lunedì 1 dicembre 2014

A dicembre? Shh, abbiamo un piano!

Buon primo giorno di dicembre a tutti, siete pronti a festeggiare il 6, il 13, il 25, a salutare un anno che va, a sorridere a un anno nuovo che arriva? Avete fatto un piano? Nooooo?
Allora noi Shh, abbiamo un piano!

Uno, due e tre..... ecco una selezione di storie belle per passare insieme questo mese! Vi piace come piano? Si parte proprio dal nostro libro del mese, indovinate il titolo? Shh... abbiamo un piano, di Chris Haughton, Lapis edizioni

Buoni piani, semipiani di spiagge d'inverno, buone discese su slittini di storie e buone salite fra boschi di avventure.


giovedì 27 novembre 2014

novembre bambino, di storie speranza stagioni vestito

Novembre sta finendo, 
novembre di piogge e di caldo e in attesa dei consigli di dicembre eccovi un buon modo per salutare la fine di questo mese. Novembre di viaggi e colori, di viaggi di avventure e di viaggi di speranza. Novembre bambino, e il suo raccontarvi con le storie il mondo.

lunedì 15 settembre 2014

le notti chiare erano tutte un'alba

Le notti chiare erano tutte un'alba


Sacrario di Redipuglia.
Il cielo plumbeo è dello stesso colore della pietra sferzata dalla pioggia. Sono pochi gli ombrelli che si inerpicano su per la scalinata fino alle tre croci lassù in alto. Mi fermo ad osservare i nomi della prima fila: quasi 2700 nomi, per lo più di soldati, in ordine alfabetico, tutti raccolti sotto gli enormi PRESENTE assegnato loro dalla retorica del regime fascista. A molti manca il cognome, oppure il nome, ad alcuni rimangono solo le prime o le ultime lettere di uno dei due, o di tutti e due. Sono centomila, sotto queste pietre, ai quali sono da aggiungere i sessantamila soldati senza nome sepolti nelle due cappelle in cima alla scalinata. Eppure la grandiosità del luogo non riesce a trasmettermi l’enormità 
del dolore e della sofferenza legate alla guerra.
Era più toccante il piccolo cimitero di Aquileia, dietro la basilica, fatto tutto di corone di alloro di ottone stilizzate, alcune ripulite da qualche parente pietoso, qualcuna corredata di foto, qualche altra decorata con fiori. Poche le tombe personalizzate, tutti gli altri sepolti secondo una sorta di democrazia della morte, sotto gli stessi simboli, la stessa stele.

Sono mesi ormai che leggo romanzi vecchi e nuovi sulla Grande Guerra. Ognuno di essi mette in luce un elemento, una caratteristica di questa guerra, la prima della modernità tecnologica. Il mio interesse è nato in ottobre dell'anno scorso, quando un forum inglese dedicato agli insegnanti ha cominciato a postare documenti sulla Grande Guerra. I romanzi per ragazzi (Morpurgo, La guerra del soldato Pace, oppure War Horse) e soprattutto i poeti di guerra, vengono utilizzati come strumento interdisciplinare: la tematica consente di parlare di storia, ma anche di fare lezioni di letteratura, di grammatica, di poetica. Le risorse sono infinite: spettacoli teatrali, letture di romanzi disponibili sul sito della BBC, un sito della Oxford University espressamente dedicato a tutto ciò che riguarda la Grande Guerra, i testi di tutte le poesie disponibili online, anche quelle dei nostri poeti, tradotte in inglese.Il link al podcast della BBC di Private Peaceful (La guerra del soldato Pace) e' questo . Il sito della Oxford University dedicato alla Prima guerra mondiale e alla poesia è questo.
Monte San Michele. Tira un vento forte, che fa stormire le foglie. La pietra è bianca, la parete è verticale, e alla sua base ci sono tre grandi bocche aperte, i buchi delle cannoniere. Passano degli uomini con il casco giallo, nella galleria, ma al museo non c’è nessuno, è chiuso per ferie dalla fine di luglio alla fine di agosto. I cartelli messi nel 2005 sono macchiati, pasticciati, strappati. Qualche freccia di indicazione ti manda alla cima 4, al valloncello dell’albero isolato, al posto di osservazione, da cui si vede quasi Trieste, di sicuro il Carso triestino, il monte Hermada, i monti attorno a Gorizia.
Qui Ungaretti ha scritto alcune delle sue poesie più toccanti sulla guerra. Ma Ungaretti non è il solo poeta ad aver parlato di guerra, come si evince dalla bella antologia curata da Andrea Cortellessa, Le notti chiare erano tutte un'alba, Bruno Mondadori. 
Wilfred Owen
Sigfrid Sassoon
Ripenso ai poeti inglesi, la storia della profonda amicizia che legò Sigfrid Sassoon e Wilfred Owen, l'uno un poeta già affermato, l'altro giovane autore di Anthem for Doomed Youth, testo che viene cantato nel War Requiem di Britten. 

La loro storia viene raccontata in continuazione, perché emblematica: Sassoon nel 1917 scrisse una lettera vibrante di indignazione alla Camera dei Comuni per l'incapacità degli alti comandi e l'assurdità del massacro di giovani soldati in Francia e Belgio. Da ufficiale dell'Esercito appena rientrato dal fronte per una leggera ferita, insignito di una decorazione al merito, venne inviato in un ospedale psichiatrico, in attesa di verificare se fosse necessario nei suoi confronti un processo per diserzione. 
Sono gli stessi nevrocomi raccontati da John Boyne in Resta dove sei e poi vai, Rizzoli, dove venivano ricoverati i soldati afflitti da shell shock. Ma anche gli stessi in cui si ritrovarono Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, dando vita alla Metafisica. Un'esperienza, quella della guerra e dei soldati, che provocò profondi mutamenti nel modo di intendere la malattia mentale, come racconta il libro di Annacarla Valeriano, Ammalò di testa, pubblicato da Donzelli.




Monfalcone. Parco tematico della Grande Guerra. Ci si aspetta un punto di informazioni, ma non c’è nulla. Una galleria sotto la ferrovia, che fu attraversata dalla nostra fanteria in rotta, e poi il sentiero che si inerpica per il monte. Un cartello ti avvisa che si potrebbero ancora ritrovare proiettili o altro materiale e prescrive attenzione. Un nuovo temporale avanza e comincia a piovere. Seguiamo le indicazioni per la trincea Joffre, e dopo un quarto d’ora di cammino tranquillo cominciamo ad intravedere dei corrimano di legno. La trincea si apre sotto di noi. Scendiamo. Si passa uno per volta. Lungo la parete rivolta al nemico piccoli stalli di pietra erano probabilmente punti appoggio di sedili di legno. Ogni tanto si apre il punto di vedetta, con la feritoia. Attorno ora, come al Monte San Michele, è ricresciuto il bosco, e non si vede nulla, ma Mario Rigoni Stern, in Storia di Tönle ci racconta la devastazione dell'ambiente dell'Altipiano di Asiago: i boschi distrutti dalle bombe, dalle mitragliatrici, dalle cannonate, i pascoli resi gialli dalle bombe chimiche all'iprite, le contrade completamente rase al suolo. Basta riguardare le vecchie fotografie per vedere un Carso molto diverso da quello di oggi, una Kobarid (Caporetto) che non è circondata da foreste di conifere come ora.
Paolo Rumiz, nei DVD “La Grande Guerra” prodotti da la Repubblica, esordisce dicendo “Non puoi capire se cammini eretto dove loro si sono mossi strisciando, se indossi scarpe asciutte e vestiti puliti. Non puoi”. Ma sotto la pioggia sempre più violenta le mie spalle sono ormai fradice, i miei capelli bagnati, e non c’è riparo. E cerco di immaginare quegli uomini di cento anni fa, sotto la pioggia, con il
freddo, sempre gli stessi vestiti addosso, seduti in attesa del proprio turno di vedetta, o del rancio che arrivava dalle retrovie. Quasi tutti i romanzi per ragazzi raccontano questa vita, fatta di fango, di pidocchi, di poco spazio e poco riposo: La notte in cui la guerra si fermò, di James Riordan, L'ultima alba di guerra di Paul Dowswell, War Horse e La guerra del soldato Pace di Michael Morpurgo. E pensavo che invece nella narrativa italiana, se si esclude Cecilia va alla guerra di Lia Levi, Piemme, che però parla di guerra solo di riflesso, bisogna rivolgersi a Emilio Lussu, Un anno sull'altipiano, per avere un racconto che anche i ragazzi possono leggere. Eppure le nostre montagne, e il Carso, sono costellate di trincee, di prime, seconde e terze linee difensive.

Kobarid, Caporetto. Finalmente un museo bellissimo, pieno di fotografie, di cimeli, di ricostruzioni della nostra disfatta, un video di 20 minuti trasmesso in almeno cinque lingue, un bookshop con testi in più lingue. Il tempo è sempre impietoso, quasi una metafora di una memoria dolente, un grigio cupo e basso chiude la vallata, si respira aria di alta montagna, e la Slovenia è piena di boschi. In alto sopra la città un altro sacrario edificato dal fascismo quando Caporetto era ancora italiana. Ancora i PRESENTE per tutti i soldati che vi sono sepolti. Al museo tanta gente, tante lingue diverse, tanti genitori che cercano di spiegare ai loro bambini un pezzo di storia, tanti bambini che fanno domande, si chiedono e chiedono: come? Perché? E noi ci stiamo preparando per rispondere, senza riempire loro la testa di date, offensive, ripiegamenti e vittorie costate milioni di morti su tutti I fronti?

G.P.



lunedì 1 settembre 2014

Mantova 2014




A Mantova mercoledì 3 settembre 2014 
inizia la XVIII edizione del Festivaletteratura, 
e diventa maggiorenne 
con tantissimi appuntamenti:  
in 5 giorni si potranno incontrare 397 ospiti in centinaia di eventi. 

Tra gli autori per i ragazzi, Elvira Lindo, popolare autrice della saga di Manolito Gafotas, e i francesi Pef e Bernard Friot. Tra i premiati Andersen : Luigi Ballerini, Annalisa Strada e Assia PetricelliIL POZZO DELLE MERAVIGLIE di Giuseppe Pitrè (ma non aspettatevi l'autore tra gli ospiti). E poi Matteo Corradini, Fabrizio Silei, Andrea Molesini e tanti ancora.
Se volete potete consultare tutti gli eventi che trovate nel sito del Festival qui: il programma

Un'occasione ghiotta per incontrare i vostri scrittori preferiti, o quelli che si avvicinano di più, per poter parlare di libri e di storie, di idee e soprattutto per respirare un'atmosfera unica e magica.    


 
Se cercate bene troverete anche il COORDINAMENTO delle Librerie per Ragazzi, cioè noi!

Non solo perché nel programma è coinvolta Vera Salton (Il treno di Bogotà), che sarà lettrice e presentatrice durante Festivaletteratura 2014, ma troverate tra il pubblico Gianna Vitali (fondatrice della Libreria dei ragazzi di Milano), ospite attenta. In più stroverete anche i libri che abbiamo selezionato, attraverso il nostro
lavoro mensile, grazie alla presenza di un tavolo nel bookshop del festival  con una selezione di libri usciti nel 2014. La Libreria.Coop Nautilus di Mantova è infatti una delle prime librerie ad aver creduto al COORDINAMENTO, grazie agli sforzi, sempre con il sorriso, di Carla Bernini, Simonetta Bitasi e Benedetta Andrigo che hanno sempre fatto sentire la loro voce nel gruppo: leggendo, recensendo, cnsigliando, vendendo e ascoltando.






venerdì 22 agosto 2014

Incontrarsi, un giorno. O del guardare un incontro con bellezza e ironia

Non mi capitava da un po' l'incrocio di due momenti, il primo è quello dell'incontro con un libro che parli alla tua anima, ai tuoi occhi, che li faccia brillare come scriveva Julia Alvarez in un piccolo libro sull'amore per il mondo e le parole. Il secondo quello in cui ritagliarsi un tempo per ragionare su quell'incontro di emozione e osservazione per poi poter restituire il tuo pensiero a qualcuno, sia a voce o in forma scritta come questa.
Nelle due ultime sere in libreria ho mostrato questo libro a due occhi che hanno brillato mentre la mano accarezzava quasi la pagina nel guardarlo, ne ho parlato incrociando la mia emozione con la sua con una amicacollega, e lo ho visto far sorridere di bellezza una giovane illustratrice.

 È così.

Lei.
Lui.

Lei ama  le vertigini, lui ama il mare, lei ama le piroette e lui le capriole, lui sta con le mani nella terra lei si arrampica sugli alberi, lui percorre strade, lei colleziona scale.

Nella sua parolaimmagine essenziale, nel suo raccogliere due diversi pensieri-autori questo libro sa raccontare un unico incontro con un sussurro.
Sembra regali una confidenza della storia di un amore, riconoscendo in esso due persone, con le loro differenze, i loro modi di essere e di guardare il mondo.


 Sino a proiettarlo su un qualcuno a cui dare la mano, con cui crescere da portare a camminare nel mondo, per strade e scale e mari e alberi.

Lo raccontano le pagine di questo nuovo libro di Terre di Mezzo , idea di Noémie Révah, esperta d'arte che ha lavorato per il Centre Pompidoun e ora responsabile di collana per gli albi delle Edizioni Michel Lagarde sul cui sito trovate una piccola intervista che spiega come per due anni questa storia sia rimasta nel cassetto, fino all'incontro con Olimpia Zagnoli, di cui già avevamo parlato molto per il fine equilibrio de Il mondo è tuo, altro bellissimo volume edito sempre da Terre di Mezzo, dimostrando l'attenzione di un editore per i passi che ognuno di noi, fra sentimenti e azioni, compie nel mondo.





Un regalo questa opera a due, che alla fine fa l'ultimo grande regalo che possono fare due autori, regalare una parte del loro immaginario, quella virgola che ha fatto nascere l'idea, e magari far scoprire nuovi occhi o modi di guardare il mondo sconosciuti.
O riscoprire, come in questo caso.  
René Maltête è stato uno straordinario fotografo francese, collaborò con grandi registi (Tati uno fra tanti) un umorista della fotografia, surreale e allo stesso tempo capace di guardare le contraddizioni del mondo e restituirle con grazia assoluta. Far scoprire questo a un lettore, grande o piccolo che sia, è davvero uno di quei gesti di altruismo in cui si riconosce la bravura di una coppia di autori come questa, suggerire senza temere nulla perchè quel filo di cultura e educazione che può tessere un libro oltre gli ostacoli continui a essere tessuto da chi lo accoglie.

Avete chiuso il libro? eccovi un piccolo assaggio di questo modo di guardare il mondo.





sabato 24 maggio 2014

24 maggio, si mormorano letture belle

24 maggio, quello che è stato il nostro GGG personale, che ci ha soffiato il sogno di un mondo guidato dai bambini, che di solito in questi giorni rideva con gli occhi che guardavano il mare, penso rida nel vento, a vederci muovere in tutta Italia. Muovere per raggiungere avamposti della lettura, riunioni di lettori, mobilitazioni belle e partecipazioni.

A Genova, al Museo Luzzati, oggi si tiene il PREMIO ANDERSEN – Il mondo dell’infanzia, il più prestigioso riconoscimento italiano attribuito ai libri per ragazzi, ai loro autori, illustratori ed editori.
Promosso dalla RIVISTA ANDERSEN – il mensile di informazione e commento sulla letteratura per ragazzi – dal 1982 seleziona le migliori opere dell’annata editoriale, con un’attenzione particolare alle produzioni più innovative e originali. Da molti giorni ormai Genova si è animata di incontri e letture legate al premio, questa mattina si svolgono incontri con gli autori premiati rivolti ai ragazzi e la premiazione del Concorso Nazionale Sognalibro.
Nel corso del pomeriggio verranno assegnati anche alcuni speciali riconoscimenti per la promozione della lettura alla Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano, luogo straordinario di persone capaci e attente e di progetti innovativi, a Radio Magica, piattaforma versatile e coinvolgente,  e il Premio intitolato a quel nostro GGG speciale, buffo e ridente, capace di farci guardare e prendere in giro le contraddizioni del mondo adulto quanto quello raccontato da Dahl: il premio “Roberto Denti” alla libreria per ragazzi dell’anno, la Libreria Cuccumeo di Firenze, promosso da Andersen con il Gruppo Editori per Ragazzi dell’AIE. E poi i libri premiati, libri che in quest'anno vi abbiamo raccontato nelle nostre selezioni e con allegria ora vediamo ricevere il giusto riconoscimento. E ancora i due nomi premiati per il loro valore e il loro lavoro straordinario: Fabrizio Silei, miglior autore, e Desideria Guicciardini, miglior illustratrice. Potremmo raccontarvi la bellezza di entrambi, ma ci riserviamo di farlo nei prossimi giorni, per far si che questi premi continuino a rieccheggiare nei pensieri e nelle scelte dei lettori, intanto eccovi le motivazioni:


Fabrizio Silei

Per essere la voce più alta e interessante della narrativa italiana per l’infanzia di questi ultimi anni.
Per una produzione ampia e capace di muoversi con disinvoltura e ricchezza fra registri narrativi diversi: dall’umorismo alla misura breve del racconto per i più piccoli, dall’albo illustrato al romanzo per adolescenti, dal progetto creativo ad un forte impegno civile. Per una costante e limpida qualità della scrittura


Desideria Guicciardini

Per un lungo, operoso e ricco percorso, sempre condotto all’insegna di un’assoluta e convinta professionalità. Per il coerente e ininterrotto valore della propria opera.
Per una colta e attenta sensibilità figurativa capace, in ogni occasione, di entrare in forte rapporto con il testo. Per la vivida, intensa e struggente bellezza di alcune delle sue opere più recenti.
 Al termine della premiazione il voto di una giuria allargata, composta da un centinaio di esperti, decreterà il Super Premio Andersen 2014, il Libro dell’anno, scelto tra tutti i libri vincitori di questa edizione e intitolato ad un altro sguardo ridente e sornione, un sigaro ed un sorriso che erano capaci di avvolgere in abbracci non detti e allo stesso tempo di pungere con una ironia sferzante, quello di  Gualtiero Schiaffino, fondatore del Premio e della rivista Andersen.
 Spostate lo sguardo ad un'altra parte di Italia, 
Da Rimini oggi parte il flash mob Si, io leggo! Il flashmob dei giovani lettori.
Queste le principali città che hanno aderito:


Cesenatico piazza A. Costa
Rimini piazza Cavour
Firenze piazza Santo Spirito
Mantova piazza Marconi
Roma, quartiere torpignattara, piazza Perestrello
In tutte le piazze il FLASH-MOB si terra alle 17!! Non solo ma in questi giorni altri hanno aderito come biblioteche e centri culturali, organizzandolo in differita ma facendosi contagiare dallo spirito del Flash Mob... Volete un assaggio? Cliccate qui per il video che ha fatto partire quest'onda di bellezza e parole.

E ancora a Bologna alle 16.00, presso il Circolo Andrea Costa (via G.P. Martini 7/2), Xanadu - Comunità di lettori ostinati festeggia la conclusione di "La scuola rifatta dai ragazzi".
Dopo un anno di incontri, attività e laboratori i gruppi, nati dall’interesse per cucina, fotografia, musica e disegno, si incontrano per festeggiare insieme la conclusione del progetto.
"Cibo fatto in casa, musica a bomba e una piccola mostra per far conoscere a tutti il lavoro fatto insieme."


E poi la festa dei dieci anni di una delle librerie del coordinamento,  Il libro con gli stivali, librai che per
festeggiare hanno sparso Granelli di Zucca bellissimi, ricchi di storie e di impegno che con oggi concludono dieci giorni di incontri e iniziative di grande valore e importanza, di cose pensate per spargere semi che facciano crescere il mondo.


E ancora, oggi è una settimana dal  trasloco di Libri e Formiche, con una nuova casa e nuove energie grazie a forme di resistenza, partecipazione, e al tendere la mano di lettori, autori e persone del mondo dell'editoria.


Infine un anticipo su domani, il ricordo di questo nostro gigante, che prima che libraio è stato un partigiano,  esperienza che è diventata valore imprescindibile del suo mondo e orizzonte di riferimento per tutta la sua vita.
Per ricordarlo a La Libreria dei Ragazzi di via Tadino a Milano ci saranno le parole, gli amici, tutti sono invitati in libreria, e la musica, coinvolgendo in questo ricordo "Resistente", la band 7grani che proporrà un repertorio di musiche e canzoni legate alla Memoria e alla Resistenza. 

In fondo, come diceva Galeano, che Roberto citava spesso per definire il mondo, ricordare non è che questo, re-cordis, ripassare dalle parti del cuore.


Non sono fanti, le uniche sponde che rieccheggiano sono quelle del Fiume Lento di Alessandro Sanna, eppure questo 24 maggio si veste di lettori ostinati, di ragazzi orgogliosi di portare la lettura nelle piazze, di librai  che continuano a  mettere per primi i bambini e di libri che con voci alte parlano e colorano e raccontano temi importanti, dalla migranza alla memoria, dagli stereotipi di genere all'ambiente.
 Libri importanti, gesti importanti. 
Quelli che fanno della letteratura per ragazzi un avamposto di resistenza per cambiare il mondo. Me lo disse una volta un GGG.

giovedì 13 febbraio 2014

Il mondo è dei bambini. Note a margine del caso nato da Leggere senza stereotipi.

Educhiamo i cittadini di domani. 
Tutti noi. Con un fatto di cronaca, con un pezzo di discorso, con un frammento del film che stiamo guardando, con una storia che leggiamo. 
Come librai proponiamo storie perché sono metafore di infanzia, e queste li renderanno adulti più consapevoli, più capaci a vivere nel mondo, a muovere i propri passi ed incontrare la vita capaci di non farsi sopraffare dall'incertezza, dal dolore, dalle perdite. Citando un bel libro di Terre di mezzo ti verrebbe da dire al bambino "il mondo è tuo, e tu sei del mondo". E perchè tu sia del mondo più storie diverse, con mondi e modi diversi di viverlo, sarò capace di presentarti più sarai capace di abitarlo. 
Leo Lionni scrisse un libro come Piccolo Blu e Piccolo Giallo. Lo illustrò con la tecnica del collage, uscirono dalle sue mani dei pezzi carta che divennero una delle opere più geniali che a tutt'oggi siano pubblicate. Uscì nel 1959. E da allora sono cambiati educatori, generazioni di genitori, governanti, capi religiosi, nel nostro e in tutti i paesi in cui questo libro, tradotto in undici lingue, è arrivato. A cosa ti sto preparando? A leggere gli stereotipi? Davvero? Forse ancora di più a leggere il mondo. 
Posso prepararti alla difficoltà di sentirti escluso, di non sentirti capito, di sentireil tuo mondo o chi ti ha cresciuto come lontani, e di trovare qualcuno solidale con te, che raccoglie le tue lacrime, e non lo sai, ma ti sto raccontando che un po'  di empatia nel mondo è possibile. 
Che è possibile sentirsi accolti. 
E che persino i grandi possono sbagliare. 
E allora perdonate Signori Bambini la cecità di questi giorni di molti adulti, e tutta questa confusione intorno a delle storie, e continuate a esplorare, continuate a guardare il vostro mondo e a affrontare i vostri draghi. 
Sono storie che come librai in tutti questi anni siamo felici di avervi  raccontato. Perchè è stato il nostro modo per aiutarvi ad andare nel mondo. Ci sarà chi si fermerà ancora davanti a questi libri e li sfoglierà distratto, chi non riuscirà a capire che le storie della bibliografia di Leggere senza stereotipi sono cose che conoscono da sempre, che trovano nei vari volumi confessionali e religiosi dove famiglie allargate, monoparentali, con legami di bigamia fra gli adulti, diverse nel senso della loro molteplicità.. sarebbe da chiedere loro quali sono le famiglie tradizionali.
Eppure in questi giorni le voci si levano a dire che beh, proporre libri con famiglie "diverse", così definite, è un problema. Si levano con l'eco di giornali locali che rimbombano più che informare, dimenticando la responsabilità sociale che hanno, e che speriamo che presto si accorgano dell'occasione di essere davvero informazione e strumento educativo-informativo per il territorio che stanno perdendo.
Guardate i cosiddetti grandi e questo loro problema, guardateli affrontare con retorica le varie giornate istituite perchè le discriminazioni non portino più alla creazione di muri, di ferite, di violenza e poi arenarsi con occhi ciechi di fronte a storie di affetto che non capiscono, sino a murarsi dietro a una lettura fatta di malizia e stereotipi. 
Chi le storie con voi le ha lette, conosciute, o viste coi vostri occhi scevri di quella malizia sa che siete capaci di prendere quanto vi serve per Vivere.
E magari ricordateci che il collage non è altro che un togliere dei veli, guardare da un'altra prospettiva, ricomporre il mondo dall'esistente per fare cose belle.
 Perché questo dovremmo darvi, innalzandoci all'altezza dei vostri sentimenti, siano storie illustrate o libri religiosi, siano fiabe antiche o nuovi racconti, quello che dovreste trovare non sono i nostri stereotipi ma chiavi per camminare, godere della bellezza e vivere nel mondo.


V.S.

mercoledì 22 gennaio 2014

Dopo, qui, ora.

Dopo.
Quattro lettere, per una parola a cui molto spesso associamo una forma di stanchezza, un rimandare, un inconscio non voler fare, a cui spesso non sappiamo dare il valore dell'attesa che reca con sé, dello spazio temporale che crea, come se il fatto di dire dopo dovesse per forza considerarsi un mettere in secondo piano. A volte sembra che l'idea di cogliere l'attimo e quella di una pratica della lentezza debbano per forza essere un contrasto. Poi qualcosa ti ricorda che non è così: c'è un tempo naturale, che in quel dopo raccoglie speranze, culla sorprese.
A volte a una richiesta, a una telefonata vorremmo una risposta subito, senza pensare che forse arriverà con un tempo maturo che non è quello della nostra incapace attesa, ma è quello che albero, o pensiero, o mano-altra hanno nel loro vivere.
Altre volte quel tempo ti mette fra le mani un frutto che avresti occasione di assaggiare, un minuto da vivere, un caffè da prendere, qualcosa da vedere. E tentenni. O aspetti troppo. Perchè anche dopo ha le sue conseguenze. Se la natura ti offre qualcosa sa bene che il suo tempo naturale dura per qualche tempo, finchè non volerà via o non diverrà qualcos'altro.
Dopo , questo libro, è una fotografia con parole misurate a tutto questo. Molto gentile ma con portamento.


Parla dello scorrere del tempo, della vita, delle emozioni. Parla senza troppe parole, disegna senza soffocare il foglio.
Affronta la rabbia e il fiorire, le allegrie e la morte, va a passi leggeri in terre piene di domande, non nasconde nulla al suo lettore, grande o piccolo che sia. "Dopo il tuo compleanno sei un po' più alto. Dopo una lite ci sono le lacrime. Dopo l'autunno l'inverno stupisce." Sul sito di Orecchio Acerbo, che ne cura anche la bella traduzione, trovate un piccolo assaggio in pdf da scaricare di questa nuova opera di  Moreau, autore sempre per i tipi di Orecchio Acerbo di A che pensi? (qui il suo sito collegato a tumblr). 

"Dopo le capriole mi gira la testa"


"Dopo quest'attimo non ci sarà più quest'attimo"
Affronta i silenzi dello stupore come quelli che svuotano in cuore dopo una delusione.
Anzi più che affrontantarli ti porta per mano a conoscerli. Come scriveva Chesterton sulle fiabe "non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere" , allo stesso modo i bambini come i lettori di qualsiasi età conosco già le lacrime, la rabbia, l'allegria e lo stupore ma in questo libro si trovano ad affrontare visivamente quanto di più straordinario c'è nel reale. Parlandoti del dopo Laurent Moreau ti parla dell'ora. Ti prepara a guardare negli occhi quanto già conosci e potrà accadere. Perchè questo è il dopo, null'altro che un nuovo attimo, l'istante di quanto può accadere condizionato dal tuo adesso, e quel che ancora non conosci. Può riservare cose meravigliose e terribili. Ma si può essere pronti ad entrambe. L'occhio del bambino dalle pagine cerca il suo lettore di tanto in tanto, usa il contatto visivo del miglior narratore o direttore d'orchestra. Il mondo si costruisce sulla pagina intorno a lui, i colori si fanno interpreti di un calore o di un sentimento nuovo, i gesti sono misurati nello spazio dell'azione, in alcuni è inerte ed il mondo gli vortica intorno, in altri solo lo sguardo direzionato muove il suo agire, sino a pagine dove l'intero corpo si muove e partecipa al tempo intorno. E intanto il mondo cambia, fiorisce, si alza in volo.


Mi viene in mente l'uccellino nero di Gli uccelli, di Germano Zullo e Albertine, edito da Topipittori. La storia si muove in una terra spoglia, all'orizzonte un piccolo furgone rosso si avvicina. Quando è alla giusta distanza, sull'orlo di un burrone, si ferma. Ne scende un uomo. Dimenticavo, ha parcheggiato in retromarcia. Quando apre il retro del furgone un volo di uccelli dei colori più diversi si libera nell'aria, ma due occhi, piccoli, timidi, rimangono a fissarlo nel buio.  Sono occhi timidi, che quando vengono alla luce rivelano un uccellino nero. Lui decide di partire Dopo. Di compartire degli istanti.
A una prima lettura sembra che tutto accada perchè non è capace di volare. L'uomo gli fa vedere come fare, divide il suo pranzo, gli dedica del tempo. Nessuno di noi sa se il realtà quell'uccellino sapesse volare o meno, non ha importanza, senza chiederselo, l'uomo gli dedica del tempo, lo dedica a quel piccolo bisogno di attenzione. Porta per mano, in quell'attimo che non torna indietro. Lo fa con il tempo giusto, senza forzature, ed ecco che ideale di lentezza come giustizia nello stare al mondo e il vivere l'istante si fondono insieme. Quello che augurerei a ogni bambino, i risultati, lo si impara nell'ultimo volo alla fine del libro, possono essere straordinari.

v.s.

sabato 4 gennaio 2014

Viaggio lento


Ci sono parole che a volte vanno tenute da parte per gli inverni, e in un inverno misto di pioggia e di neve come questo  è bello ritrovarle fra i pensieri sospesi di questo blog. Non la solita voce che ora ve le introduce ma la voce di un libraio questa volta, che nel libro e nel fiume ha giochi di ritorni Affini (eccovi un link per ritrovare la sua voce di fiume).


“Per disegnare il fiume devo essere fiume e stare dentro gli argini che dividono la macchia astratta da quella figurativa facendola coesistere.”

Con queste parole Alessandro Sanna chiude le due pagine cui consegna le parole per raccontare il suo lavoro lavoro "fiume lento, un viaggio lungo il Po" e verrebbe da fermarsi: questo è tutto.
La semplicità con la quale Alessandro spiega il suo lavoro è pari alla facilità apparente che dimostra a chi lo ha visto lavorare. Ad esempio  a Mantova, nella sua Mantova, durante il Festivaletteratura. In diretta, l’acqua scivola sui fogli e grazie alle sue mani, che danzano con i pennelli, diventa colore, forma e assume un significato o magari un segno di  distinzione tra due figure appena accennate. Il “fiume lento” lo abbiamo visto a teatro accompagnato dalle parole di Rumiz di Morimondo (e lo abbiamo recensito in Andersen). Dal sito di Alessandro un piccolo video fa essere parte di questo viaggio.
Questo fiume lento però è soprattutto un libro composto di carta, con tavole precise nella loro scansione: 4 finestre, 4 illustrazioni per ogni foglio. 4 stagioni per 4 storie cornice, per raccontare cambiamenti e mutazioni nell’apparente immobilità, visioni nell’incombente e onnipresente nebbia.
Quanti riferimenti si possono trovare in questo libro: quante citazioni! Esplicite o accennate o semplicemente coesistenti con le storie che Sanna possiede nel suo immaginario e che accende nel nostro. Così Ligabue, Fellini, Celati ma forse Guareschi e poi non è possibile che anche lui si sia fermato a quel ponte di barche che è lontano dai suoi luoghi e abbia saputo che io ci andavo. No, non è possibile: il suo ponte è un altro, che però è simile al mio, come quell’airone cinerino è simile da quello che ho visto dalla macchina l’altro giorno, mentre quella mondina non può che essere la silouette di Silvana Mangano, perché entrambi abbiamo quell’immagine così marchiata nell’empireo iconico.
Non è la massa delle citazioni, quello che colpisce, ma l’amalgama.
Essere, cioè, riuscito a raccontare un ambiente con la naturalezza di chi ha saputo coglierne l’essenzialità, togliendo il superfluo e individuando con precisione gli elementi che ne costruiscono l’identità. Anzitutto il tempo, il suo essere in movimento e sempre fisso, perché l’acqua del fiume scorre, ma il fiume c’è sempre e occupa, quasi sempre un suo spazio definito. Per poi scoprire che stagioni per stagione si sposta e occupa posti diversi e modifica con potenza il territorio che scolpisce, Chi ha potuto osservare il fiume in piena, ha presente la sensazione di potenza, cioè di concentrato di energia potenziale, che sprigiona il fiume nello scorrere. Si resta attoniti, sperando che tutto fili liscio, che gli argini tengano, che non accada la tragedia, che non venga superato il punto nel quale non si ha più il controllo.

Le tavole di Sanna sono dipinti che rappresentano anche quello che è assente, come quando i rovi, gli arbusti, i rami delle piante celano il profilo del fiume. Eppure proprio in quelle tavole, il Po è presente.
Una riflessione è doverosa. Spesso gli albi illustrati sono relegati nello spazio ragazzi, nello scaffale dei bambini.
È un uso, è una prassi: una norma del fare. Per noi, librai dei ragazzi, scoprire amici e tesori, come questo, è un momento di orgoglio, che ci pone in una posizione di responsabilità nei confronti dei lettori, per spiegar loro cosa si trova nello spazio dei ragazzi, quale perla custodiamo.